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lunedì 6 maggio 2013

LA DONNA NELL' ARTE














Nell’ iconografia antica, le donne vengono comunemente dette “Veneri”,
rappresentando non una donna particolare, ma la “donna” come ideale,
similmente a ciò che avverrà nella statuaria greca quando l’ ideale
femminile impersonato da Venere, sarà cercato attraverso un canone
proporzionale attentamente studiato.
Nella civiltà egizia e cretese si cominciò a scoprire la bellezza e l’ armonia
della donna come oggetto.
La figura femminile cretese prefigurava già quelli che saranno i canoni di
bellezza che ritroveremo nel ‘900.
Venivano raffigurate statuette della Dea Madre, generatrice della vita,
poste nelle tombe, probabilmente per assicurare al defunto la vita nell’
aldilà.
Nel dipinto “busto di fanciulla” ,XVII secolo a.C, la complicata
acconciatura della testa e il trucco evidente dimostrano la libertà della
donna nella civiltà cretese.
Per questa ragione e per l’ eleganza, i primi scopritori chiamavano l’
affresco: “la parigina”, il nastro sulla nuca è stato rappresentato come
simbolo sacro.
I greci passarono al nudo puro dell’Afrodite.
L’ arte romana rappresentò la donna con vesti fluenti ed espressione
dignitosa.
Gli affreschi Pompeiani mostravano la donna come oggetto di piacere,
basti pensare all’ affresco della Villa dei Misteri a Pompei.
Questo narra probabilmente l’ iniziazione di una donna ai misteri
dionisiaci.
In particolare nell’ VIII scena, una donna seminuda è appoggiata sulle
ginocchia di una compagna, subisce la flagellazione e il taglio dei capelli,
mentre una Baccante danza.
Nell’ iconografia Medievale , la bellezza femminile era riservata alle
immagini sacre, Maria, la donna per eccellenza, protagonista in tutti i
campi dell’ arte fino al ‘900.
A partire dall’ età Rinascimentale vi è un’evoluzione  della donna che va dalla sensualità alla grazia e semplicità disarmante.
Esempio L’Estasi di Santa Teresa.
L’interpretazione che studiosi della psicoanalisi come Marie Bonaparte
hanno dato all’ esperienza dell’ estasi mistica in termini di pulsione
erotica, ha condotto la critica a sottolineare in quest’ opera del Bernini, la
bellezza sensuale e ambigua dei protagonisti.
Bellissima citazione di Renan: si c’ est cela l’ extase mystique, je
connais bien des femmes qui l’ ont éprovée.( si questa è l’ estasi mistica,
conosco bene delle donne che l’ hanno provata).
Molteplici e svariati sono i modelli di donne e Madonne dipinte da
Tiziano, Michelangelo, Botticelli, Donatello, ma l’ emblema assoluto della
donna è la Gioconda di Leonardo.
L’ immagine è di quelle che catalizzano lo sguardo dell’ osservatore
provocando sentimenti mistici e sensuali: di essa si può dire tutto ed il
contrario di tutto.
Passando ai primi del ‘900 Magritte nel dipinto “Le Viol” (lo stupro) il
volto della donna è costituito da elementi essenziali del suo corpo : gli
occhi sono diventati seni, il naso ombelico e i genitali bocca.
Secondo questo quadro il volto femminile è trasformato in oggetto del
desiderio, in un corpo che va usato e gettato via con ribrezzo.
Privandolo degli occhi del naso e della bocca Magritte lo priva di ogni
individualità, espressione e sentimento, trasformandolo in un mostro di
carne pronto all’ uso.
Paquet diceva: “Magritte distrugge l’ evidenza delle evidenze, quella del
volto , con un’ evidenza ancor più evidente”.
Era il 1934 e fino ad oggi la donna è usata come tale …. Altro che
EVOLUZIONE!

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