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lunedì 6 maggio 2013

PIANO DIAGNOSTICO




Il piano diagnostico si articola in due fasi:
·        Prediagnosi: comprende le condizioni di rischio, ambientali, aggressive e

urbane.

Rischio intrinseco: suscettibilità al degrado derivante da condizioni

intrinseche del manufatto.

Rischio contestuale: suscettibilità al degrado derivante da condizione esterne

al manufatto architettonico.

Rischio termico: suscettibilità al degrado derivante da interventi da eseguire

sul manufatto architettonico.
·        Inadeguata diagnostica della fase progettuale.
·        Assenza di sufficiente considerazione per la durabilità di materiali e tecniche da impiegare.
·        Assenza di sufficiente considerazione per la manutenibilità delle soluzioni adottate.
·        Incongruenza tra progetto ed esecuzione.

Ambientali: aria, agenti climatici e metereologici; inquinamento.

Aggressive: polveri pollini e sabbie.

Urbane: condizioni al contorno, età e disposizione geometrica.


La diagnosi  si articola in due fasi: il degrado materiali e conoscenza del

manufatto.

Conoscenza del manufatto

Anamnesi: raccolta dei dati necessari alla ricostruzione storica e artistica del

monumento.

Documentazioni: fotografie, documenti e rilievi.


Degrado

Patologie:
Nessun peggioramento delle condizioni dell’opera

·        Alterazione cromatica: si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.






·        Patina biologica: strato sottile, morbido ed omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile per lo più verde.
                     La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi                 cui possono aderire polvere, terriccio ecc.



·        Macchia: alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
È correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato.

Perdita di materiale nella superficie.
·        Erosione : asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa.
Quando sono note le cause del degrado possiamo utilizzare altri termini come : erosione per abrasione, erosione per cause meccaniche, chimiche, biologiche e per usura. Il fenomeno provoca la perdita della componente figurativa dell’ opera.

·        Alveolizzazione: degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forma e dimensioni variabile. Gli alveoli hanno distribuzione non uniforme, questo fenomeno è causato dall’ azione disgregatrice esercitata dalla pressione di cristallizzazione dei sali all’ interno dei pori del materiale lapideo.




·        Disgregazione: de coesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. La causa è la proliferazione di radici di piante infestanti.



·        Distacco: la soluzione di continuità fra gli strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato; prelude la caduta degli strati stessi. Il termine si usa per gli intonaci e mosaici. Le cause possono essere molteplici:
1.     Perdite localizzate degli impianti di smaltimento delle acque.
2.     Presenza di umidità.
3.     Errori di posa in opera e utilizzo di sabbie o malte poco idonee.


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